Testo scritto da ANDREA CALABRESE
I normanni
L’Inghilterra anglo-sassone fu sottomessa dai Normanni nel 1066, in seguito alla battaglia di Hastings, che vide trionfare Guglielmo il Conquistatore. Questo scontro militare è raffigurato nello splendido arazzo di Bayeux.
I Normanni, nel X secolo, avevano creato un proprio Ducato nella Francia dei re capetingi, stabilendosi nella penisola francese che porta il loro nome (Normandia). La parola “Normanni”, nelle fonti medievali, indicava gli “Uomini del Nord”, ossia i Vichinghi. I Vichinghi giunti in Francia presero dunque il nome di Normanni.
I sovrani normanni d’Inghilterra, da Guglielmo a Enrico I (1100-1135), rafforzarono la monarchia inglese trapiantando il modello feudale al di là del canale della Manica. Questi re affidarono vaste tenute agricole (manors), gravitanti intorno a castelli, a vassalli strettamente legati a loro. Nel 1086 fu pubblicato un censimento di tutti i patrimoni dei sudditi, registrato nel Domesday Book.
Enrico II e il cosiddetto “Impero angioino”
Alla morte di Enrico I, iniziò una fase di anarchia, durante la quale si contesero la corona Matilde, figlia del sovrano, e Stefano di Blois. Matilde era anche moglie di Goffredo Plantageneto, duca d’Angiò, un’importante regione del regno di Francia. Il nome “Plantageneti” deriva dalla ginestra (genet in francese) raffigurata sullo stemma familiare.
L’ordine fu ristabilito da Enrico II, re inglese dal 1154 al 1189. Enrico II era figlio di Matilde e Goffredo: si affermò così in Inghilterra la dinastia dei Plantageneti. Questo sovrano ottenne, oltre al Regno di Inghilterra e al Ducato di Normandia (eredità materna), anche i territori francesi dell’Angiò e del Maine (eredità paterna).
Enrico II, poi, sposò una donna francese di nome Eleonora di Aquitania (protettrice di artisti e letterati), che nel 1152 aveva divorziato dal re di Francia Luigi VII. Ai già corposi possedimenti francesi, si aggiunsero dunque quelli portati in dote da Eleonora: Guascogna, Poitou, Guienna (Aquitania). Enrico II si trovò così a controllare praticamente tutta la Francia occidentale, diventando il principale feudatario del regno di Francia. Gli storici chiamano l’insieme dei suoi domini “Impero angioino”.
Con l’Assise di Clarendon, Enrico II affidò alla giustizia regia alcune competenze precedentemente affidate ai tribunali feudali (laici o ecclesiastici). In particolare, il clero si vide privato di alcune immunità giuridiche; i preti accusati di furto od omicidio, ad esempio, venivano ora sottoposti anche alla giustizia temporale. A questa decisione si oppose fermamente l’arcivescovo di Canterbury, Thomas Becket, che tuttavia nel 1170 fu assassinato in circostanze poco chiare nella cattedrale cantuariense. Su questo episodio è incentrato il dramma di Tomas Stearns Eliot intitolato “Assassinio nella cattedrale” (1935).
Giovanni “senza Terra” e la battaglia di Bouvines
Dopo Enrico II il trono inglese passò a Riccardo cuor di Leone (1189-99), che tuttavia fu in Inghilterra per pochissimo tempo (partecipò alla Terza Crociata).
Seguì il regno di Giovanni, detto “senza Terra”, dal 1199 al 1216. Questo regno fu fondamentale per la storia inglese, ma prima torniamo in Francia. Il re francese Filippo Augusto, insofferente della massiccia presenza inglese nel suo regno, avviò una serie di campagne militari che gli permisero di recuperare moltissime regioni del proprio regno controllate dagli inglesi. Filippo progettò addirittura di invadere la stessa Inghilterra, ma Giovanni salvò la situazione dichiarandosi vassallo del papa Innocenzo III (1213). I due sovrani ebbero comunque modo di affrontarsi direttamente l’anno seguente. In quel periodo, infatti, Federico II di Svevia contendeva a Ottone di Brunswick la corona del Sacro Romano Impero. I re d’Inghilterra e Francia presero parte al confronto: Giovanni dalla parte di Ottone, Filippo dalla parte di Federico. In una domenica del mese di luglio del 1214, la famosa “domenica di Bouvines” (nelle Fiandre, odierno Belgio), si svolse la battaglia decisiva, detta anche “Battaglia delle nazioni”. Filippo e Federico sconfissero i loro nemici, così Giovanni fu costretto a rinunciare definitivamente alle terre francesi che Filippo gli aveva già sottratto.
Al ritorno in Inghilterra, infine, Giovanni fu costretto ad affrontare l’opposizione dei baroni, i più potenti vassalli del regno, turbati dall’eccessiva pressione fiscale. Questi, nel giugno 1215, imposero al re la firma di un importantissimo documento chiamato Magna Charta Libertatum, cioè “Grande documento delle libertà”: con esso si imponeva al re l’obbligo di richiedere preventivamente l’autorizzazione dei grandi vassalli, riuniti in un’assemblea chiamata Magna Curia, per l’imposizione delle tasse.
Questo documento fu, sostanzialmente, una concessione del sovrano ai grandi feudatari del paese. Detto ciò, si apriva comunque la strada alla rappresentanza politica dei corpi sociali del regno, con finalità di controllo e limitazione del potere del re. Questo processo, tra la fine del Duecento e il Trecento, sarebbe sfociato nell’istituzione del Parlamento inglese e nelle due camere chiamate House of Lords e House of Commons.